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MIRIAM BALDASSARI, PRESIDENTE ADI : LETTERA ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
MIRIAM BALDASSARI, PRESIDENTE ADI : LETTERA ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - 24/10/2020

A seguito dell'ultimo Dpcm, che mette a repentaglio anche il futuro delle scuole di Danza Italiane paventando nuove chiusure nell'intento di contenere i contagi, AssoDanza Italia -nella persona del Presidente Miriam Bladassari- compie un gesto concreto a tutela della categoria e degli utenti.
In una toccante lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, AssoDanza Italia offre una visione chiara e oggettiva della situazione attuale, allegando inoltre un accurato dossier con testimonianze foto e video pervenute da tutta Italia a riprova dell'impegno delle Scuole di Danza nell'affrontare questo delicato momento.
Di seguito il testo integrale della lettera:

Illustrissimo Presidente,
mi chiamo Miriam Baldassari e Le scrivo in qualità di Presidente dell’Associazione Nazionale AssoDanza Italia, associazione di tutela dei diritti delle Scuole di Danza, degli insegnanti di danza, dei professionisti dello
spettacolo in esse operanti nel nostro Paese.

Dopo mesi di chiusura inaspettata di palestre, centri sportivi e circoli ricreativi e culturali, la riapertura di maggio è stata senza dubbio una falsa ripresa.
In concreto, per molti lavoratori del mondo sportivo e culturale non è stato possibile tornare ad esercitare la propria professione.

I settori sportivo, artistico e culturale sono stati tra i maggiormente colpiti dal lockdown.
In questo crogiolo di identità lavorative troviamo le Scuole di Danza: oltre 30.000 realtà disseminate su tutto il territorio nazionale, che propongono ogni giorno ai cittadini, dai più giovani agli adulti, l'occasione per praticare la meravigliosa arte coreutica, diffondendo cultura e creando occasioni di incontro e scambio sociale, a particolare beneficio delle fasce giovanili della popolazione.

Dal giorno della riapertura, lo scorso maggio, le Scuole di Danza si sono massimamente impegnate nel riadeguare i loro spazi ai severi e doverosi protocolli di sicurezza, per garantire il distanziamento, collaborando al contenimento della diffusione virale.

I Direttori delle Scuole di Danza dirigono attività per l'80% in affitto presso immobili privati, già vessati da ingenti debiti contratti nel periodo di chiusura forzata, hanno affrontato con senso di responsabilità e dovere le numerose spese per il riadeguamento, la sanificazione e l'igienizzazione dei locali, hanno frequentato corsi di formazione ad hoc, hanno pagato consulenti e professionisti per rinnovare i propri protocolli adattandoli alle norme vigenti.

Gli insegnanti di danza delle scuole private si sono prodigati nell'apprendimento e nella pratica di ogni protocollo, adeguandosi al loro nuovo ruolo senza vergogna, prestandosi anche ai servizi più umili, ove
necessari.

Le Scuole di Danza dunque sono diventate un esempio virtuoso di collaborazione, rispetto delle regole e sicurezza: uso della mascherina in tutti gli spazi comuni, soluzioni igienizzanti ad ogni ingresso, pannelli in plexiglas nelle reception, sedute ridotte e distanziate, percorsi dedicati per agevolare afflusso e deflusso degli utenti, ingresso limitato ai soli allievi, sale suddivise in aree di allenamento individuale, adeguamento della didattica per evitare assembramenti e contatti ravvicinati. Per testimoniarLe queso oneroso impegno, ci pregiamo di inviarLe una rapporto documentale con materiale fotografico e video, raccolto da numerosissime Scuole di Danza su tutto il territorio nazionale.

Lo scorso 13 OTTOBRE Lei Presidente ha emanato un nuovo decreto, anticipando alcuni ulteriori provvedimenti restrittivi riguardanti il mondo dello sport.
Ha sostanzialmente dato un ultimatum: una settimana per dimostrare l’effettivo adeguamento ai protocolli anti-contagio nelle strutture sportive per monitorare l’andamento della curva epidemiologica. E le Scuole di Danza, prive di una loro specifica connotazione, pur essendo integerrime, sono dovute ristare all'inasprimento delle misure e subire conseguenti controlli, pena la chiusura immediata.

Dunque, la soluzione più efficace sembrerebbe quella di rinunciare a tutto ciò che è considerato indebitamente superfluo: lo sport, la cultura, l'arte.
Vogliamo ricordarLe che queste attività “non necessarie” sono motivo di sopravvivenza per chi le esercita come professione, nonché fonte di benessere fisico e psicologico per chi le pratica.
Lo Sport, l’Arte, la Danza sono l’unica fonte di reddito per centinaia di migliaia di italiani.
Le immense criticità sociali attuali non hanno solo natura economica, hanno a che fare con la DIGNITÀ, con l’incertezza per il futuro e con la condizione di precarietà e la totale assenza di tutele per un’intera categoria di lavoratori.

Nessuno di noi, lavoratori della Danza, intende minimizzare il problema, ma il terrorismo psicologico e mediatico a cui siamo sottoposti in questo periodo, l’invito di alcuni esponenti della politica e della sanità ad evitare l’attività sportiva al chiuso e la possibilità di una chiusura imminente non fa bene a
nessuno: non fa bene a chi ha fatto dello sport e del benessere il proprio lavoro, non fa bene alla società e non fa bene all’economia del Paese.

Il mondo della Danza è perfettamente consapevole dell’impegno a cui è chiamato per poter garantire lo svolgimento delle lezioni in sicurezza e, maggiormente in un momento così incerto rivendica con forza la propria specifica IDENTITÀ.
Certamente il settore Scuole di Danza private italiane non può e non deve sobbarcarsi l'onere di ciò che accade in contesti differenti dal proprio e di conseguenza difficilmente può accettare ulteriori provvedimenti generalizzati, che risultano ridondanti rispetto ai numerosi adempimenti già svolti con precisione e dedizione dalla nostra categoria.

Abbiamo bisogno che Lei e il Suo Governo si impegni a mettere in bilancio misure specifiche e sostanziose per garantire ad una larga fascia di popolazione italiana la sopravvivenza.
Il diritto al lavoro è sancito dalla nostra Costituzione e deve esserci garantito, impiegando tutte le forze e i mezzi necessari.
Pertanto Le chiediamo con urgenza di provvedere a misure che garantiscano al sistema culturale e sportivo italiano di sopravvivere. Perché, conti alla mano, molto presto l'intero comparto professionale artistico e sportivo subirà un gravissimo tracollo.

Ringraziandola anticipatamente per l'ascolto che vorrà dare al nostro grido d'aiuto, restiamo a Sua disposizione nello spirito di servizio che ci contraddistingue, sempre disponibili a collaborare
fattivamente per la programmazione di supporti ad hoc per il nostro settore.

Carissimi saluti.