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9 MARZO 2021: MANIFESTAZIONE
9 MARZO 2021: MANIFESTAZIONE - 11/3/2021

Lo scorso 9 marzo i lavoratori del settore sportivo sono scesi in Piazza del Popolo a Roma per chiedere l'imminente riapertura di palestre, centri sportivi e scuole di danza e per sollecitare l'erogazione di bonus e ristori, bloccati anche a seguito della recente crisi di governo.
Anche stavolta AssoDanza Italia era in prima linea e, attraverso la voce del Presidente Miriam Baldassari, ha preso la parola leggendo il comunicato stampa riportato di seguito.
In queste parole emergono in modo chiaro ed immediato i danni subíti non solo dai proprietari delle strutture sportive, dai gestori, dai direttori delle scuole di danza e dai lavoratori del comparto, ma anche dagli utenti che ,loro malgrado, si sono visti privati dell'attività sportiva, di estrema importanza per il proprio equilibrio psico-fisico.

"Il 30 ottobre 2020, dopo il nuovo lockdown sancito nella seconda ondata di emergenza pandemica, AssoDanza Italia era scesa in piazza Monte Citorio, in difesa delle migliaia di attività operanti in ambito motorio e sportivo, ai circoli culturali e ludico-ricreativi, alle scuole di danza.
Il DPCM 24 ottobre 2020 comportava una nuova interruzione totale di queste attività, che di fatto sanciva il fallimento di una intera stagione lavorativa per migliaia di operatori sportivi, professionisti che oggi sono decimate e ridotte allo stremo, azzerate negli incassi pur mantenendo i medesimi gravami economici.
Dallo scorso 24 ottobre 2020, l'Italia ha rinunciato a tutto ciò che è stato considerato indebitamente superfluo: lo sport, la cultura, l'arte. Queste attività apparentemente “non necessarie” sono motivo di sopravvivenza per chi le esercita come professione, nonché fonte di benessere fisico e psicologico per chi le pratica.
Le scuole di danza private italiane sono centri per la formazione coreutica di base, luoghi di sana aggregazione sociale, di movimento teso al benessere psicofisico soprattutto delle fasce giovanili, sono avamposti di formazione artistica e culturale.
Questi piccoli imprenditori già vessati da ingenti debiti contratti nel primo periodo di chiusura forzata, hanno affrontato con senso di responsabilità e dovere le numerose spese per il riadeguamento, la sanifcazione e l'igienizzazione dei locali, hanno frequentato corsi di formazione, hanno pagato consulenti per rinnovare i propri protocolli adattandoli alle norme vigenti.
Come per tutto il comparto sportivo, ci è stata imposta la chiusura additandoci “untori” della diffusione del contagio. E questo è falso. Pur con tutte le evidenze concrete del nostro agire a favore della salvaguardia della salute della popolazione, ci è stata obbligata una sospensione oggi totalmente intollerabile, soprattutto se inserita in un contesto di riaperture, seppur parziali, di tutti i settori.
La condizione d'indigenza in cui versano uomini e donne è amplificata dall'inconcepibile assenza di alcuna forma di sostegno.
E' pertanto doveroso e prioritario sbloccare le risorse indispensabili a garantire la sopravvivenza di migliaia di persone private del DIRITTO AL LAVORO.
Oggi siamo qui, tutti insieme, riuniti in qualità di operatori del mondo sportivo a vari livelli, testimoniando che un settore notoriamente frammentato e sfaccettato, è capace di dare testimonianza di coesione e solidarietà. E quando i cittadini si uniscono, diventano una voce potente che certamente non può rimanere inascoltata.
AssoDanza Italia chiede con urgenza al Governo i seguenti interventi:
riapertura immediata in sicurezza dei luoghi destinati alla sport e alla cultura;
sblocco delle risorse economiche già stanziate, precisamente i € 32.000.000 dello scostamento di bilancio 2020, messi in sicurezza precauzionalmente dall'ex Ministro dello Sport, On. Vincenzo Spadafora, che salutiamo e ringraziamo con affetto per il sostegno dato alla nostra categoria;
sostegni a fondo perduto, che si basino su criteri di reale equità e parametri ponderati sulle caratteristiche specifiche del settore, con modalità e tempi certi di erogazione ed un la possibilità per le associazioni di categoria di monitoraggio costante sui fondi;
• nuova disposizione che ricalchi quanto già previsto dal D.L. 19 maggio 2020 n. 34 art. 216 comma 3, ovvero la riduzione dei canoni di locazione pari al 50% del dovuto applicabile per l'intero periodo di blocco forzato dell'attività;
• previsione di investimenti strutturali sul lungo periodo per lo sport. Chiediamo con forza il supporto della classe politica e delle istituzioni, perché lo Sport e la Cultura sono un bene comune, che va oltre l'interesse dei singoli, garanzia di un futuro costruttivo per le nuove generazioni. Vanno salvaguardati ad ogni costo, non solo a tutela dei lavoratori ma nel bene di tutti i cittadini di
questo Paese."